lunedì 15 febbraio 2016

15.02.16 STORIE DI ORDINARIA POVERTA' N.1





“IL PESCATORE”
C’era una volta un pescatore...              
Veniva spesso a casa nostra per venderci il pesce. Magro, emaciato.  Qualche volta accompagnato dalla moglie, che portava la bacinella carica di pesce sulla testa. Abbiamo cominciato a prendere sempre il pesce da lui per poterlo aiutare, chili e chili di pesce,  non sempre eccellente e piuttosto caro ma aspettavamo che venisse lui e non compravamo da altri.  Con il passare del tempo ha cominciato ad essere insistente, a venire molto spesso e anche senza pesce. A volte un po’ stanchi delle  richieste facevamo finta di non esserci e non andavamo al cancello. A volte  cedevamo.  Abbiamo poi capito che non era lui che andava a pescare, ma comprava il pesce sulla spiaggia dai pescatori che rientravano e poi veniva a vendercelo a casa, nelle condizioni fisiche in cui era non avrebbe potuto andare a pescare con la canoa a remi in mezzo all'oceano.

il ricordo di Matteo
..."Ho conosciuto il sr. Aissubu (penso si scriva cosi). Un giorno il sr. Aissubu si è presentato a casa nostra per venderci del pesce fresco ,o quasi, la contrattazione sul prezzo fu lunga ma alla fine io mi finsi  soddisfatto e lui vinse. Il sr. Aissubu non mi fu simpatico dal primo momento ma diventò il nostro fornitore di pesce fresco,o quasi,  di fiducia. Questo rapporto  di fornitore porta a porta - cliente andò avanti per circa un anno. Iniziò non ricordo bene quando ma era sabato io volevo uscire con la famiglia e invece mi incastro in quella assurda negoziazione di prezzo. La nostra relazione sarebbe continuata così x tutta la vita. La sua..." 

Qualche mese fa è arrivato in pessime condizioni e abbiamo intuito che era sieropositivo così Matteo lo ha fatto visitare dai medici CUAMM- Medici con l'Africa che hanno confermato la nostra ipotesi e inserito nel programma di trattamento in un centro di salute sostenuto dal CUAMM  vicino a casa sua. Gli abbiamo comprato i farmaci e continuato a comprare il pesce, non sempre. Io ero quella  più “dura” , tentavo di trattare sul prezzo e quando avevo il freezer colmo non ne compravo, allora si accontentava di chiedermi  i soldi per i mezzi per tornare a casa. 



La settimana scorsa è venuta la moglie, sola, a chiedermi di aiutarli per poter pagare il curandeiro ( il guaritore tradizionale) perchè l’uomo stava molto male, la famiglia voleva tentare la medicina tradizionale perchè non guariva.Qualche giorno dopo, una sera, si è presentato lui, non si reggeva in piedi, aveva una pancia enorme. Chiedeva aiuto e  voleva tornare a casa.  Matteo lo ha accompagnato in ospedale. Abbiamo così scoperto per la prima volta il suo nome, fino a quel momento per noi era “il pescatore”; si è svelato che ormai aveva l’AIDS conclamato, che la moglie era una compagna, anche lei sieropositiva, e che avevano insieme un figlio di tre anni.  Si scopre che era  già fuggito dall'ospedale tre volte e non voleva seguire il trattamento antiretrovirale. Nei giorni successivi, di degenza, Matteo ha conosciuto le altre due figlie e un po’ alla volta abbiamo scoperto  parte della  storia di questa famiglia: la madre morta venti anni fa, lui ha cresciuto le figlie:  una è incinta, senza lavoro, l’altra ha un bimbo di un anno e il marito è barbiere. Vivono  vicini e il padre chiedeva aiuto a loro ma anche le ragazze vivono a malapena con quello che hanno. E ora chiedono aiuto a noi,   ho mandato una papaia, Matteo ha pagato le spese dell’ospedale ed  è andato tutti i giorni a far visita al malato che gli telefonava continuamente per dirgli di andare lì.

"...Negli ultimi due mesi lui verrà ricoverato in ospedale  4 volte dal quale scappera' sempre. 5 giorni fa si presenta davanti casa con la sua amica ed un bimbo di 3 anni. Aissubu non si regge in piedi lo accompagno in ospedale al pronto soccorso e viene ricoverato. In questi giorni ho la possibilità  di conoscere le figlie di Aissubu e scopro che la moglie è morta nel 92 e ha cresciuto le due due figlie da solo. Ha poi incontrato una compagna con la quale ha fatto un figlio che ora ha 3 anni. Anche lei è sieropositiva.  Una delle figlie è in attesa di un bimbo l'altra invece ha un figlio di un anno e non ha lavoro. Il sr. Aissubu è nonno ma avrà si e no la mia età, 37 anni..." 



Sabato sera Matte era stanco ma aveva promesso che sarebbe passato a trovarlo, ci è andato. Ieri mattina, domenica 14 febbraio, il pescatore si è spento.

"...Non c'era nulla da fare ora, ma prima forse si."


Ora ci chiediamo cosa avremmo potuto fare di più, ci arrovelliamo pensando che forse voleva andare a casa sua a finire i suoi giorni invece lo abbiamo portato in ospedale, che quelle  volte che non lo abbiamo aiutato avremmo dovuto dargli più ascolto...ora daremo un contributo per il funerale, non possiamo più fare altro.


Una storia di una famiglia come tante, tantissime che sopravvivono tra malattia e fame proprio accanto a noi , a volte incrociano la nostra strada, molte volte non ci accorgiamo di nulla e continuiamo la nostra bella vita passando accanto alla disperazione.





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