Mr. Greg ha passato un pomeriggio diverso in compagnia dei bimbi malnutriti dell’ospedale di Wolisso. L’occasione è stata un’attività di disegno per poter spedire gli elaborati dei bimbi ad una fondazione e così siccome l’età li accomunava me lo sono portato dietro. Con gli occhi sbarrati guardava i bambini pieni di tubicini nelle braccia o sul viso, alcuni in carrozzella, altri talmente deboli da dover essere sostenuti dai genitori o dai nonni. Non era la prima volta che vedeva i bambini malati ma forse era la prima volta che faceva un’attività con loro. Con grande generosità ha offerto i suoi colori a dita per poter permettere a tutti di stampigliare la propria manina su di un foglio e mi ha aiutata nell’impresa: prima si è offerto come esempio e ha fatto vedere ad una sala piena di bimbi e genitori come immergere la manina nel colore rosso o blu e poi stamparla sul foglio, successivamente mi ha aiutata a farlo fare ai bambini, parlando addirittura in amarico. Quel pomeriggio non mi ha mai chiesto “ quando andiamo a casa?” come di solito fa quando si trova in una situazione difficile e appariva sereno.
Qualche pomeriggio prima eravamo stati all’orfanotrofio a portare vestiti smessi suoi e di Geremia, anche in quell’occasione aveva dimostrato molta generosità e mi ha fatto molte domande su come vivessero quei bambini tutti insieme, ho cercato di dare spiegazioni il più semplice possibile ma chissà nella sua testolina vedere la sofferenza di bimbi come lui come viene rielaborato.
Una chicca di qualche giorno fa: quando ha il raffreddore lo stressiamo che si deve soffiare il naso e prima di entrare a scuola gli infilo un fazzoletto nella tasca dei pantaloni raccomandandomi di utilizzarlo se dovese avere “la moccola” e lui mi risponde : “ ma gli altri bambini non usano il fazzoletto, si tengono la moccola che cola dal naso e basta”.