Tutto il mondo è paese e anche qua in Mozambico, tra i poveri dei poveri, ci si lamenta del caro vita. Nel giro di poche settimane sono aumentati il prezzo del pane,del pollo e delle patate. La base dell’alimentazione di molte persone. Pochi mesi fa sono aumentati i prezzi dei trasporti pubblici, i minibus che conterrebbero 12 posti e in genere vengono riempiti con 30 persone sono il mezzo più utilizzato dal popolo per spostarsi su brevi ma anche lunghe distanze. Stipati uno sopra l’altro, a volte in attesa per mezzore sotto ad un sole cocente perchè non c’è proprio nemmeno un buco libero, bisogna aspettare i successivi mezzi sperando di riuscire ad incastrarsi tra la signora con il cesto di frutta in braccio e il bebè attaccato al seno e l’impiegato in camicia bianca con il laptop sulle gambe. I servizi diminuiscono, i prezzi aumentano.
La gente è scontenta, si lamenta , gli stipendi non aumentano e il costo della vita continua a crescere.
Un Paese che la settimana scorsa ha festeggiato 23 anni dagli accordi di pace ( nel 1992) che hanno posto fine ad una guerra civile di 16 anni che ha rovinato il Paese. Però ancora in questi giorni ci sono disordini, ci sono state vittime, in zone remote e rurali e se ne parla poco ma la tensione rimane sempre alta.
Il Mozambico che cerca di crescere, che fa congressi per incoraggiare gli investitori , che inaugura nuovi monumenti nelle piazze quasi ogni mese, che ridipinge palazzi e rifa strade ma che non ha nè acqua nè luce per molte ore al giorno e la propria gente non può più permettersi di comprare il pane.
Quante contraddizioni ,
osservate da occhi occidentali che ormai conoscono i contrasti africani ma ai quali non si abituano mai,
da mani occidentali che si sono sporcate negli anni passati ma che sempre meno si immischiano nel vivere quotidiano della gente
da dita occidentali che tentano di battere su di una tastiera al ritmo di racconti che raggiungano qualcuno lontano o forse soprattutto la propria coscienza.
La gente è scontenta, si lamenta , gli stipendi non aumentano e il costo della vita continua a crescere.
Un Paese che la settimana scorsa ha festeggiato 23 anni dagli accordi di pace ( nel 1992) che hanno posto fine ad una guerra civile di 16 anni che ha rovinato il Paese. Però ancora in questi giorni ci sono disordini, ci sono state vittime, in zone remote e rurali e se ne parla poco ma la tensione rimane sempre alta.
Il Mozambico che cerca di crescere, che fa congressi per incoraggiare gli investitori , che inaugura nuovi monumenti nelle piazze quasi ogni mese, che ridipinge palazzi e rifa strade ma che non ha nè acqua nè luce per molte ore al giorno e la propria gente non può più permettersi di comprare il pane.
Quante contraddizioni ,
osservate da occhi occidentali che ormai conoscono i contrasti africani ma ai quali non si abituano mai,
da mani occidentali che si sono sporcate negli anni passati ma che sempre meno si immischiano nel vivere quotidiano della gente
da dita occidentali che tentano di battere su di una tastiera al ritmo di racconti che raggiungano qualcuno lontano o forse soprattutto la propria coscienza.