giovedì 26 gennaio 2017

26.1.17 Dar es Salaam: ad un mese dall’arrivo altalena tra curiosità e nostalgia

Il puzzle della nostra nuova vita a Dar es Salaam si sta componendo. L’inserimento in una nuova città, in un nuovo contesto, imparai ad un corso, avviene in genere dopo 6-8 mesi dall’arrivo. E’ sempre stata confermata questa teoria nei precedenti trasferimenti e questa volta ? 
Forse perchè torniamo in un Paese dove siamo già stati, seppure ormai dieci anni fa, mi chiedo se sarà più breve. 

Intanto alcuni segnali di integrazione si percepiscono dal fatto che ho la tessera fedeltà del supermercato vicino a casa, il numero di telefono di diversi conducenti di bajaj ( ape car che funge da taxi ) che mi possano scarrozzare e cominciano a conoscere i miei orari e percorsi abituali, i bimbi che si attaccano alle minime cose di cui si sta componendo la nostra nuova routine.

Dar es Salaam dopo dieci anni dall’ultima visita mi pare abbastanza sconvolgente in termini di sviluppo di grattacieli, strade asfaltate,  autobus rapidi etc.
Dar es Salaam, Tanzania: da casa nostra palme e grattacieli
 ma la vita nelle retrovie non è cambiata: nel percorso per andare a scuola ci divertiamo a vedere come si sveglia la città tra signore attrezzate con un panchetto di legno e un po’ di carbone  agli angoli delle strade che friggono pastelle, patatine, chapati  diventando l’equivalente del nostro espresso al bar andando al lavoro. I negozi che aprono i battenti  ed espongono la merce tutta insieme sul marciapiede: scope affianco all’acqua, abiti usati, carbone, succhi di frutta, ferri da stiro,detersivi, latte in polvere...quello che una volta da noi era il negozietto di quartiere prima che venisse mangiato dalla grande distribuzione qui c’è, ce ne sono e sono molto comodi.

Intanto  continuo a ripassare lo swahili, che stenta a riaffiorare forse per la pigrizia del mio cervello che comincia a rifiutare gli innumerevoli e repentini cambiamenti e un po’ affaticato dall’altalena dei sentimenti tipica dell’espatrio.


Ruvuma, Tanzania
La nostalgia infatti si fa sentire prepotente e ci sono giorni in cui spacca il cuore, ti chiedi perchè sei qui e non con il resto  della famiglia, con le radici. Succede soprattutto nei momenti molto tristi o molto felici e si sa che la vita ne è piena.
 Senti tutto il peso della scelta fatta, ti senti ancora più straniero in terra straniera, le distanze sembrano moltiplicate e mentre ti accartocci con questi pensieri tristi arriva una telefonata da tuo marito che è in giro per i progetti nelle zone rurali della Tanzania e ti dice di quanto sia precaria la situazione sanitaria nel Paese, di quanto lavoro ci sia da fare, ti manda fotografie di posti incantevoli accesi da terra rossa e colline verdeggianti, senti l’orgoglio per il lavoro che svolge e riesci a mandare giù il nodo alla gola e racconti ai bimbi di quanto sia grande e diversa  la Tanzania fuori dalla città sperando di mostrargliela al più presto.
E così vai avanti tenendo le tristezze e le malinconie in un angolino sempre pronte a saltar fuori ma aprendo bene le finestre del cuore alla nuova vita.

martedì 3 gennaio 2017

03.01.2017 BEN ARRIVATO e BEN ARRIVATI

Ben arrivato 2017 e ben arrivati a noi in Tanzania!
Un passaggio di anno, un passaggio di Paese, un passaggio di vita.
Mi sono ritrovata a compiere gli stessi gesti entrando in una nuova casa: la prima cosa che faccio, senza accorgermene, è mettere tovaglia e copri divani. Mi sono resa conto che è la stessa cosa che ho fatto tutte le volte che abbiamo cambiato casa ( e quindi Paese). Il primo giorno  per sentirci a casa abbiamo aperto  la cassa contenente le stoffe mozambicane e abbiamo ricoperto tutto di capulane ( stoffe colorate tipiche mozambicane).
Avevamo bisogno di rivedere i colori di casa, la nostra ultima casa, a Beira, in Mozambico anche se in realtà quei colori non sono molto diversi da quelli della Tanzania.
Successivamente i vestiti negli armadi, qualche fotografia, mappe dell'Italia e planisfero, i libri. Giorno dopo giorno si mescolano gli oggetti che escono da valigie e casse a qualche piccolo nuovo acquisto per comporre un nuovo nido che ci ospiterà per un po'. Un mescolarsi di oggetti e di sentimenti: nostalgia, paura, ebrezza, curiosità.
Le prime notti nella nuova casa sono difficili: troppi rumori e ombre nuove, i bimbi faticano ad addormentarsi e si svegliano spesso con il risultato che al mattino ci si ritrova in cinque nel lettone, per fortuna è king size!
In attesa di costruire la nostra nuova routine, iniziare la scuola, scoprire dove fare la spesa, i mezzi di trasporto  etc. io ripasso il mio arruginito kiswahili e i bimbi sperimentano la nuova lingua correndo per il compound gridando le poche parole conosciute e tentando di conversare con chiunque incontrino dai guardiani ai colleghi del babbo.
Buon anno nuovo, buone nuove scoperte, buona vita a tutti!
A prestissimo...