lunedì 22 settembre 2014

22.9.14 CAMPAGNA

Assisitiamo alla campagna elettorale: il 15 ottobre i mozambicani vanno al voto per presidente e parlamento , è la quinta elezione multipartitica e si deciderà per i prossimi cinque anni se continuerà il partito che ha governato dall’inidipendenza del ‘75 fino ad oggi (FRELIMO-Fronte di liberazione del Mozambico) o se ci sarà un cambiamento, i maggiori partititi candidati sono la RENAMO (resistenza nazionale mozambicana), all’opposizione da sempre prima come resistenza e ora come partito, o il più recente ( fondato nel 2009) MDM ( movimento democratico di mozambico).Non andrò nel dettaglio politico ma vi racconto cosa vedo io camminando per la strada: moltissime auto hanno adeisvi e bandiere dei partiti, manifesti e volantini colorano la città ovunque, si scorgono comizi ogni domenica arrangiati con megafoni e casse caricate sopra ai camion, poi si scopre che per far circolare le automobili o gli autobus con le bandiere e gli adesivi il partito paga la benzina, un contributo e offre anche il pranzo: chi con pollo , altri con fagioli,…e si spiegano le motociclette con le bandiere enormi svolazzanti, gli autobus ricoperti di adesivi tanto da ricoprire i vetri, difficile capire se siano davvero tutti simpatizzanti di questo o quel partito o piuttosto simpatizzino per un buon pasto caldo.
Il suffragio è universale dai 18 anni, la gente dice che andrà il giorno precedente a dormire davanti alle sedi di seggio per essere i primi a votare al mattino, la coscienza civile c’è…
la battaglia elettorale è a colpi di promesse di lavoro per tutti, educazione per tutti, salute per tutti..beh in fondo tutto il mondo è paese!
Chissà cosa succederà in un Paese dove il 48% circa della popolazione è analfabeta ( secondo i dati nazionali pubblicati sui quotidiani locali)! In un Paese dove c’è un problema di abuso delle ragazze nelle scuole, dove c’è fame e il costo della vita pare aumentare di giorno in giorno, in un Paese lungo circa 2500 Km. Ancora non so niente di questo Paese che mi ospita, ma vivere questo momento storico è emozionante, per ora occhi e orecchie ben aperti.

mercoledì 10 settembre 2014

10.9.14 VEDER CRESCERE…

… i fagioli. Abbiamo piantato dei fagioli nei contenitori vuoti dello yoghurt, ricoperti di cotone, annaffiati. Il miracolo nel giro di pochi giorni, la camera dei bambini sembra una foresta! È stato divertente e i bimbi corrono in casa a guardare i progressi delle piantine appena tornano da scuola e al mattino arrivano con il vasetto nel lettone per mostrarci la crescita notturna, consiglio a tutte le famiglie con bimbi questo semplicissimo esperimento. Ora il divertimento starà nel piantare le piantine in giardino per davvero…avevamo bisogno di rampicanti, speriamo di unire l’utile al dilettevole!

… la luna e la marea. Il privilegio dei cieli sereni è godersi stelle e luna con una brillantezza unica e poter osservare tutte le sere dal cortile a che punto siamo e pensare domani chissà la marea a che ora ci coglierà., Ci piace camminando verso la spiaggia scorgere oltre la duna di sabbia il mare e scoprire man mano che camminiamo se ci sono chilometri di secca e allora si potrà giocare con le barchette nelle pozze naturali e passeggiare con l’acqua alle caviglie , oppure se ci sono le onde grosse e la spiaggia corta e allora staremo sulla spiaggia a giocare con le palette e osservare i pescherecci che ci passano davanti. Nel giro di pochissime ore, a volte mezzora, comunque tutto cambia e da bassa la marea diventa alta in un batter d’occhio e dobbiamo correre con palette e formine prima che vengano portate via dal mare, la mamma con l’ansia, i bimbi divertiti.

…la torta. Ci stiamo dilettando molto a preparare e cuocere torte e biscotti, gli ingredienti si trovano, i motivi ci sono: siamo spesso a casa di amici o colleghi e viceversa abbiamo spesso gente a pranzo o a cena, soprattutto nei week end, oltre alle attività scolastiche che prevedono la vendita di dolcetti! Inoltre il profumo di biscotti per casa è ineguagliabile!

…Gregorio. che si sdraia sull’amaca con i-pod e cuffie ad ascoltarsi i Queen

…Geremia. che mentre gioca da solo canticchia le canzoncine dell’asilo in inglese misto a portoghese misto a italiano e geremiese

…Guglielmo. che imparando a usare il cucchiaino con la prima pappa si spalma i capelli di crema di riso e felice è incrostato di pappetta letteralmente dalla testa ai piedi.

venerdì 5 settembre 2014

5.9.14 DUE VITE?

Beira, 10 di mattina di un giorno infrasettimanale. Mentre Mr. Greg è alle prese con la vendita di torte presso la sua nuova scuola internazionale inglese, Gere all'asilo parla ininterrottamente in italiano alla sua insegnante che non lo capisce, Guglielmo gioca con la signora che mi aiuta in casa, Matte è al lavoro, io finalmente dopo mesi mi siedo a computer e tento di riflettere su cosa ho visto, sentito, le sensazioni, e mi rendo conto che di vite , forse, ne sto vivendo due.
Alcuni giorni conduciamo una vita che non è così diversa da quella italiana: scuola internazionale con tanto di divisa, zainetto con la merenda e i quaderni, il babbo che ci accompagna a scuola in macchina; il pomeriggio attività sportiva, spiaggia nel posto carino della città, rientro a casa con tutti i confort…
Altri giorni siamo stati sbalzati in un altro mondo ma che è proprio affianco a noi: le periferie, i mercati. Dove ritrovo l’”Africa “che conosco con i suoi odori che pungono le narici, le fogne a cielo aperto, le baracche fatiscenti, le mosche a riempire i banchi di vendita del cibo ma anche le grida felici dei bimbi, la dignità delle persone che in mezzo al fango riescono ad avere la camicia bianca pulita e stirata mentre io in mezza giornata sono già color marronicino dalla testa ai piedi. Grazie alle attività finanziate dal CUAMM, Medici con l’Africa io , e i bambini con me, e altri colleghi di Matteo siamo stati a vedere le attività dei gruppi di giovani che attraverso il teatro di strada sensibilizzano i giovani ad avvicinarsi ai centri di salute (una sorta di ambulatori di quartiere) per promuovere gli ambulatori specifici sulla salute riproduttiva e un gruppo di donne sieropositive che attraverso musica, ballo, giochi sensibilizzano la popolazione delle periferie sull’HIV. Modi semplici, diretti ed efficaci per raggiungere la popolazione, anche quella analfabeta, anche quella che sta sempre in casa o al massimo si reca al mercato. E’ lì che li raggiungono, a casa loro, con megafoni e musica, nella vita quotidiana. Ed è lì che la gente si ferma, ascolta, ripete e si spera che porti a casa il messaggio ricevuto, si spera abbia imparato qualcosa di più su come si contrae il virus, sui test da fare in gravidanza, su dove recarsi e a chi chiedere informazioni etc
Quanta energia, quanta vita, quanta relazione sociale; mi mancava dopo mesi di whatsapp, sms etc. ( che peraltro continuo a utilizzare anche qui ogni giorno!), in Italia sembra non sappiamo più incontrarci davvero, senza lo schermo di un pc, un tablet o un telefono. Il Mozambico mi fa rivedere come si comunica, come ci si abbraccia, si urla, come si sente l’odore dell’altro se gli sto abbastanza vicino. Dopo un anno in Italia devo ritarare il mio modo di affacciarmi sul mondo, devo “sbucciare” un po’ di quella dura pelle di cui mi sono ricoperta per difendermi. E allora un giorno sono la mamma apprensiva a bere un caffè all’hotel a 4 stelle scambiando chiacchiere con le altre mamme conosciute a scuola ma il giorno dopo voglio rimanere la mamma che porta i suoi tre bimbi ad aprire gli occhi sul mondo, ad insegnare loro che oltre il fango, il grigiore, la povertà, c’è del bello; che si accorgano che Geremia che dorme sulle spalle, nonostante le casse e la musica a tutto volume in mezzo al mercato, ha assunto la stessa posizione della bimba mozambicna in braccio alla sua mamma: hanno la stessa età, lo stesso visetto beato di due bimbi addormentati serenamente. Voglio che vedano che Guglielmo nel marsupio attaccato alla mia tetta non è diverso dal bimbo affianco , appeso dentro la capulana ( stoffa tradizionale) sulla schiena della sorellina; che imparino che il diritto di Gregorio ad andare a scuola è lo stesso del bimbetto con l’uniforme stracciata e senza scarpe con un quaderno sdrucito tra le mani.
E allora forse vorrei che le vite che conduciamo non siano due ma diventino una, noi non possiamo cambiare ma possiamo cambiare la profondità del nostro sguardo e questa, ora, è la mia missione di mamma.