domenica 7 ottobre 2012

07.10.2012 SI COMINCIA...!

Come in Italia per voi tutti comincia l'autunno, cominciano le scuole, le attività ricreative..anche noi insieme alle piogge che finiscono e il sole che arriva cominciamo tante nuove attività: la mamma che lavora a tempo pieno, la scuola che finalmente è iniziata dopo tre settimane di indecisione... la data ufficiale infatti di inzio del secondo anno di asilo di Gregorio sarebbe stata tre settimane fa ma ogni mattina andavamo a scuola ma siccome c'erano pochi bambini venivano rimadati a casa , così fino a che il numero non è stato sufficiente: 320 circa! ecco ora si può iniziare, le aule sono piene ( nel vero senso della parola). In Etiopia la scuola funziona come gli autobus: finchè non sono pieni non si parte! Ecco quindi che Gregorio armato di zainetto con merenda e acqua dentro , uniforme lavata e stirata con tanto di pantalone blu con la piega è pronto ogni mattina a salire sul bajaj ( veicolo a tre ruote ) e raggiungere la sua classe e i suoi 52 compagnni. Geremia per ora si accontenta di accompagnarlo fino al cancello urlando "anch'io cuola!". Un'altra novità della famiglia è che abbiamo ceduto il nostro amato Bambù alle suore della parrocchia che lo useranno per caricare un po' di materiali, purtroppo ne stava combinando di tutti i colori nel nostro compound: mangiando il cibo dei vicini, strappando i vestiti appesi ad asciugare sui fili, ribaltando cuscini delle poltrone sotto ai portici, andando verso l'ospedale e avvicinandosi pericolosamente ai reparti...insomma un bambino birichino. Oggi siamo stati a trovarlo dalle suore ed è felicemente in mezzo ad un campo in compagnia delle vacche. informazione di servizio: il grana è arrivato grazie alle nonne scrupolose che non ci fanno mancare niente!

venerdì 17 agosto 2012

17.08.2012 ECCOCI DOPO MESI DI ASSENZA...

Siamo sempre qua, sempre noi,sempre in Eiopia. eh già perchè a quanto pare ci staremo un altro annetto... In questi mesi Mr. Greg e il suo fratellino sono cresciuti e si stanno tanto affiatando quanto diventando sempre più pesti. Le nostre vecanze in italia tra giugno e luglio sono state per loro come entrare nel paese dei balocchi: coccolati, viziati, imboccati...dai nonni in primis e da tutti coloro che incontravamo, beh anche mamma e babbo ci hanno dato sotto con i vizi soprattutto gastronomici! E' stato bello stare un po' con gli amici di sempre e godersi un po' di bella Italia, amci e cibo si sa all'estero sono quello che manca di più! Al nostro rientro in Etiopia ci siamo portati dietro Santa Nonna Dane che ha edulcorato un po' il distacco dall'opulento occidente e aiutato il reinserimento nella semplice realtà di WOlisso. Sono state settimane intense anche per un'altra presenza...gli scout! 27 giovani e rampanti bolognesi sono stati due settimane a Wolisso insieme ad una quarantina di novelli scout eiopici e insieme hanno cantanto, ballato, lavorato, mangiato, riso, pianto...( vedi clanmayflower.wordpress.com) in un'esperienza unica da entrambe le parti e sicuramente divertente anche per Mr. Greg che sta scoprendo il magico mondo dello scoutismo nonostante le remore del padre!! In attesa di qualche nuovo evento da raccontarvi annuncio pubblicamente che stiamo per rimanere senza grana padano ( o parmigiano reggiano, non facciamo differenze!), chi ha orecchie per intendere intenda!

martedì 24 aprile 2012

24.04.2012 LA PASQUA IN ETIOPIA

Secondo il calendario etiope ora siamo nel mese otto (come dire agosto) del 2004 e tutte le date, comprese le festività sono scombinate. E’ così che noi qua abbiamo celebrato la Pasqua una settimana dopo rispetto all’Occidente. Ma è stato bellissimo osservare come la gente dopo 55 giorni di quaresima e di digiuno, non possono mangiare uova, latticini e carne, si preparavano al giorno di festa. Nella settimana precedente aleggiava già un clima di festa e al mercato cominciavano ad alzarsi i prezzi di tutti beni, dalle campagne arrivavano i contadini con il bestiame e ciascuno aveva in mano almeno una gallina. Agli angoli delle strade c’erano nugoli di gente affaccendata a trattare il prezzo di una gallina, di una gallo, di uova. Il giorno di Pasqua è tipico festeggiare mangiando injera con il sugo di pollo e uovo sodo, dorowat. Al sabato al mercato tutti erano già vestiti a festa, si sentivano risate e si vedevano abbracci sotto ogni capannetta, il clima di grande attesa dei mesi passati si stava trasformando . Alla notte gli ortodossi vanno in chiesa fino all’alba, quando rientrano macellano gli animali: capre, agnelli e cominciano a mangiare finalmente carne. Anche nel nostro compound i giorni precedenti si potevano udire belati e galline razzolare, Geremia ne era molto contento perhè è un gioco speciale correre dietro alle galline! La notte di Pasqua improvvisamente tutti i versi degli animali sono cessati , i vicini cominciavano a festeggiare.

lunedì 5 marzo 2012

05.03.2012 MR. GREG SCOPRE MONDI NUOVI OGNI GIORNO

Mr. Greg ha passato un pomeriggio diverso in compagnia dei bimbi malnutriti dell’ospedale di Wolisso. L’occasione è stata un’attività di disegno per poter spedire gli elaborati dei bimbi ad una fondazione e così siccome l’età li accomunava me lo sono portato dietro. Con gli occhi sbarrati guardava i bambini pieni di tubicini nelle braccia o sul viso, alcuni in carrozzella, altri talmente deboli da dover essere sostenuti dai genitori o dai nonni. Non era la prima volta che vedeva i bambini malati ma forse era la prima volta che faceva un’attività con loro. Con grande generosità ha offerto i suoi colori a dita per poter permettere a tutti di stampigliare la propria manina su di un foglio e mi ha aiutata nell’impresa: prima si è offerto come esempio e ha fatto vedere ad una sala piena di bimbi e genitori come immergere la manina nel colore rosso o blu e poi stamparla sul foglio, successivamente mi ha aiutata a farlo fare ai bambini, parlando addirittura in amarico. Quel pomeriggio non mi ha mai chiesto “ quando andiamo a casa?” come di solito fa quando si trova in una situazione difficile e appariva sereno.
Qualche pomeriggio prima eravamo stati all’orfanotrofio a portare vestiti smessi suoi e di Geremia, anche in quell’occasione aveva dimostrato molta generosità e mi ha fatto molte domande su come vivessero quei bambini tutti insieme, ho cercato di dare spiegazioni il più semplice possibile ma chissà nella sua testolina vedere la sofferenza di bimbi come lui come viene rielaborato.
Una chicca di qualche giorno fa: quando ha il raffreddore lo stressiamo che si deve soffiare il naso e prima di entrare a scuola gli infilo un fazzoletto nella tasca dei pantaloni raccomandandomi di utilizzarlo se dovese avere “la moccola” e lui mi risponde : “ ma gli altri bambini non usano il fazzoletto, si tengono la moccola che cola dal naso e basta”.

mercoledì 8 febbraio 2012

08.02.2012 DI CASA IN CASA

Le case del villaggio di Galye Rogda si assomigliano tutte: capanne circolari con le pareti di fango e sterco e il tetto conico di canne. All’esterno in questo periodo hanno tutti almeno un covone di teff, sacchi pieni di peperoncino, qualcuno ha un asino o una capra , a volte le galline. Sempre ci sono bimbetti seminudi che urlano e giocano. Se ci si avvicina i bimbi si moltiplicano uscendo dall’oscurità delle loro capanne. Sono stata con il personale della sanità pubblica a visitare qualche villaggio, in genere si fanno programmi di nutrizione, colloqui sulla prevenzione della malaria, si insegna a costruire e utilizzare le latrine, si controllano le fonti di acqua, si fanno vaccinazioni ai bambini e alle madri. L’altro giorno ho avuto l’occasione di andare di casa in casa a parlare con la gente, a chiedere dove prelevano l’acqua, di cosa si nutrono, la distanza dalla scuola, la salute dei figli. Seduti all’interno di una capanna adibita a cucina o all’esterno su di una stuoia o dentro ad un magazzino per le granaglie la gente etiope è davvero accogliente. Ti vorrebbero offrire anche ciò che non hanno e se sentono che il forenji, lo straniero, parla qualche parola della loro lingua si sciolgono e si aprono in sorrisi enormi. Le mie braccia piene di braccialetti colorati sono quasi sempre un input per fare amicizia, attraggono troppo donne e bambini. Dopo una giornata trascorsa tra case, latrine, visita al fiume, e dopo aver ringraziato ma rifiutato più volte la birra locale che avremmo dovuto bere a stomaco vuoto, alla fine abbiamo ceduto. Alle quattro del pomeriggio senza aver mangiato nulla e dopo aver finito l’unica bottiglietta di acqua , sotto un sole ancora prepotente, siamo entrati nell’oscurità fresca di una casa e ci siamo lasciati tentare dalle panche fatte di fango ricoperte di pelli di capra essiccate. Il bracere a lato della cucina è ancora caldo, le pentole e le stovilgie sono ben riposte sulle mensole anch’esse di fango, è una cucina di una famiglia ricca. Ci vengono lavate le mani con tanica e bacinella e ci viene offerta injera con shiro, piccantissimo! Segue una tazza di fresca birra locale fatta fermentare nelle taniche fuori di casa…va giù bene dopo il sugo piccante ma qualche minuto dopo la sentirò tutta nella testa! Mentre si chiacchiera e si gioca con l’ultimo genita della casa, una bimba dell’età di Geremia, arriva la macchina a prelevarci, si torna a casa: all’acqua corrente, al forno microonde, alla cucina elettrica. Ma l’immagine delle piccola che mentre è attaccata al seno della mamma gioca con il suo viso e fa versetti non mi abbandonerà perché anch’io quando torno a casa tra i miei elettrodomestici rivivrò la stessa identica scena con Geremia attaccato al seno che ripete gesti tali e quali. Chissà se anche il sorriso che faccio guardandolo è lo stesso della mamma che ci ha aperto la sua casa.

lunedì 16 gennaio 2012

16.01.2012 NUOVO ANNO NUOVE SCOPERTE

Buon anno! Eccoci entrati nel 2012 (anche se in Etiopia siamo nel 2004).
Dopo un Natale multiculturale ci siamo immersi in una nuova Etiopia i primi giorni dell’anno, infatti siamo stati nella regione Amhara, a nord rispetto ad Addis Abeba e attraversare per 600 km in macchina questa regione è stato tanto stancante quanto affascinante. Viaggiare dal mattino presto alla sera ci ha concesso di vedere la vita della gente nelle campagne: le mandrie e i greggi che vengono accompanati al pascolo, la maggior parte delle volte da bambini di non più di dieci anni, le donne cariche come i muli che le seguono che trottano lungo la strada piene di teff ( cereale con il quale si cucina la injera, piatto principale etiope) appena raccolto. I campi sono falciati di fresco e si ammucchia il teff ai bordi del campo o all’interno dei recinti delle case, distese a perdita d’occhio di cumuli di cereali , sembra impossibile sia tutto lavorato a mano. Da mani ruvide e braccia cotte dal sole, quelle dei contadini che ci salutano con un cenno mentre sono chini sul raccolto. Nelle ore centrali della giornata tutto sembra calmarsi, fa troppo caldo, ma nelle cittadine che si susseguono lungo il nostro percorso l’attività commerciale e di scambio non cessa mai. E i ragazzi tornano a casa da scuola, allora le strade grige si animano dei mille colori delle uniformi scolastiche che si riversano come un fiume arcobaleno sulle strade principali per poi dsperdersi nei vicoletti in mezzo ai campi che portano alle case lontane, invisibili a noi che percorriamo una strada statale. Nel tardo pomeriggio mandrie e greggi seguono pazienti i loro conduttori verso il riparo notturno, la gente comincia ad avvolgersi nei tradizionali scialli per affrontare il freddo della notte, ancora qualche lavoratore setaccia le proprie sementi vicino a casa, in men che non si dica cala la notte e le attività continuano al caldo del focolare al’’interno delle capanne, in famiglia e in compagnia delle bestie, che dormono accanto, separate soltanto da un telo di stoffa. E mentre noi raggiungiamo un albergo ci chiediamo come deve essere vivere in una capanna quando la notte il vento sferza gli alberi e grida tra i campi, chissà se un giorno saremo davvero capaci di immergerci tanto nella cultura locale.