domenica 11 dicembre 2016

11.12.16 SOSPESI

Siamo sospesi in questo momento, come quando viaggi molto a lungo e cambi spesso aeroporto e ad un certo punto non sai più dove sei, che ore sono, da dove arrivi e dove andare. E’ un momento, un attimo, un flash. Poi ricomponi tutto e ti senti di nuovo in ordine. Ora siamo nel pieno del flash.


Abbiamo lasciato il Mozambico dopo due anni e mezzo, un Paese che all’inizio abbiamo fatto molta fatica a capire, un popolo che ci è parso chiuso nei confronti degli espatriati, la vita di città che inizialmente ci spaventava, l’ingresso nel mondo della scuola internazionale, conflitti e insicurezza per le strade   ma anche spiagge meravigliose, colori mozzafiato e soprattutto amici, amici e ancora amici che sono diventati quasi famiglia. Soltanto alla fine ci si è rivelato tutto l’affetto raccolto negli anni, anche dalle persone che ci parevano più distanti, meno interessate a noi. Ho ancora la sensazione addosso degli abbracci , delle lacrime, dei discorsi commoventi. Noi però ci siamo ricoperti di una scorza che ci protegge, ormai non versiamo più lacrime, sappiamo che arriva un momento in cui lasciamo tutto e tutti e ricominciamo altrove.

Questa volta nel mezzo c’è una parentesi  di calore, amore, luci, colori, brodo, pacchetti...avevamo bisogno di una ricarica di famiglia e così dopo anni passiamo il Natale in Italia, il primo inverno di Guglielmo, uno dei pochi Natali con il freddo per Greg e Gere, una ricarica di energia ( e di calorie) per me.

Davanti a noi la Tanzania, non quella che abbiamo vissuto io e Matte dieci anni fa, fidanzantini di 27 anni pronti a salvare il mondo spersi in un villaggio remoto, ma ci aspetta Dar es Salaam che ci spaventa per traffico, smog, confusione e ci affascina con le opportunità della grande città soprattutto per i bimbi. E un disincanto dopo 10 anni di cooperazione internazionale che ci fa vedere tutto con nuovi filtri.  Vita di città in cinque, un’altra cosa decisamente. A dimostrare che il mondo è piccolo ritroveremo amici incontrati in altri viaggi, in altri luoghi, in altre vite... Le aspettative sono poche per il momento,  anche questo abbiamo imparato: oltre a ricoprire bene il cuore per proteggerlo , a non cercare di immaginare troppo la nuova vita, così tutto quel che viene è scoperta e si prova a vederla in positivo...insomma ancora una volta chi vivrà vedrà.


Speriamo di rimanere "sospesi" il meno possibile...e una volta smontate le valigie ( e le casse, i sacchi, le borsine, i cesti...) di sentirci di nuovo a casa.