Siamo con tutta la famiglia in spiaggia, la spiaggia vicino a casa adiacente al club nautico della città di Beira, Mozambico. Noi siamo soci perchè lì i bimbi praticano tae-kwon-do e i corsi di nuoto, ormai non ci facciamo nemmeno più caso e facciamo avanti e indietro dalla spiaggia. Chi invece non è socio e veste con magliette bucate e pantaloni luridi viene notato immediatamente e allontanato, come è successo a due bimbi con i quali stavano giocando Greg e Gere. All’inizio non si azzardavano ad avvicinarsi, poi ho incoraggiato i miei figli a dividere i giochi con loro, che ci guardavano da lontano ma con tanta tanta voglia di provare le palette e i camioncini nella sabbia. Non appena si sono avvicinati e hanno iniziato a giocare sono stati allontanati dal guardiano, allora ho suggerito a tutti di andare un po’ più lontani dagli sguardi e continuare a giocare e così hanno fatto.
Nel pomeriggio siamo andati a comprare il pane, ecco i due bimbi che ci corrono incontro urlando “amigo amigo!” , dividiamo il pane con loro e salutiamo.
Il giorno successivo li troviamo davanti a scuola, ci corrono incontro di nuovo, mi dicono che hanno fame, guardo in borsa e ho un pacchetto di crackers mezzo sbriciolato, mi vergogno un po’ ma glielo faccio vedere e gli chiedo se lo vogliono, gli si illuminano gli occhi, uno me lo strappa di mano e corre a chiamare l’altro poi torna indietro e mi manda un bacio. Io rimango immobile, gli occhi lucidi.
Il giorno seguente ancora li trovo che corrono dietro alla mia macchina appena arrivo vicino alla scuola, in anticipo perché mi hanno chiamato di andare a prendere Greg che non sta bene. Doveva rimanere fino al pomeriggio quindi avevo con me il pranzo che gli avrei lasciato da consumare in giardino con gli amichetti prima delle lezioni pomeridiane. I bimbetti mi corrono incontro sorridenti, mi chiedo perché visto che non ho dato loro quasi nulla, non soldi, solo qualche briciola nel vero senso della parola! Gli offro allora il pranzo di Greg che ormai pranzerà a casa. C’è anche un pacchetto di wafer al cioccolato, prima di mangiarli, mentre li scartano mi mandano una serie di baci in sequenza seduti dietro ad un albero spaventati che qualcuno glieli possa “rubare”. Recupero Gregorio e gli spiego che il suo pranzo al sacco l’ho dato a quei due bimbi che ci ritroviamo sempre appresso, sembra contento. Il giorno dopo mi racconterà che durante l’intervallo i bimbi di strada si sono avvicnati al cancello, l’hanno salutato riconoscendolo e lui ha diviso la sua merenda, passandola dalle grate e dicendo loro di fare in fretta che se il guardiano li avesse visti li avrebbe sgridati. Chissà come continuerà, cosa è nato intanto da un semplice pezzo di pane!
Nel pomeriggio siamo andati a comprare il pane, ecco i due bimbi che ci corrono incontro urlando “amigo amigo!” , dividiamo il pane con loro e salutiamo.
Il giorno successivo li troviamo davanti a scuola, ci corrono incontro di nuovo, mi dicono che hanno fame, guardo in borsa e ho un pacchetto di crackers mezzo sbriciolato, mi vergogno un po’ ma glielo faccio vedere e gli chiedo se lo vogliono, gli si illuminano gli occhi, uno me lo strappa di mano e corre a chiamare l’altro poi torna indietro e mi manda un bacio. Io rimango immobile, gli occhi lucidi.
Il giorno seguente ancora li trovo che corrono dietro alla mia macchina appena arrivo vicino alla scuola, in anticipo perché mi hanno chiamato di andare a prendere Greg che non sta bene. Doveva rimanere fino al pomeriggio quindi avevo con me il pranzo che gli avrei lasciato da consumare in giardino con gli amichetti prima delle lezioni pomeridiane. I bimbetti mi corrono incontro sorridenti, mi chiedo perché visto che non ho dato loro quasi nulla, non soldi, solo qualche briciola nel vero senso della parola! Gli offro allora il pranzo di Greg che ormai pranzerà a casa. C’è anche un pacchetto di wafer al cioccolato, prima di mangiarli, mentre li scartano mi mandano una serie di baci in sequenza seduti dietro ad un albero spaventati che qualcuno glieli possa “rubare”. Recupero Gregorio e gli spiego che il suo pranzo al sacco l’ho dato a quei due bimbi che ci ritroviamo sempre appresso, sembra contento. Il giorno dopo mi racconterà che durante l’intervallo i bimbi di strada si sono avvicnati al cancello, l’hanno salutato riconoscendolo e lui ha diviso la sua merenda, passandola dalle grate e dicendo loro di fare in fretta che se il guardiano li avesse visti li avrebbe sgridati. Chissà come continuerà, cosa è nato intanto da un semplice pezzo di pane!