Qualche tempo fa abbiamo approfittato di un’altra occasione per andare in giro per villaggi ( ogni lasciata è persa per vivere un po’ di vita rurale!) e questa volta scoprire un nuovo modo per fare informazione sull’Aids. L’ospedale di Naggalama collabora con una ong locale (MUMYO Mukono Multi-purpose Youth Organisation-www.mumyouganda.org) che svolge diverse attività tra cui anche sensibilizzazione sanitaria e con l’ospedale collabora in particolare con la clinica HIV. Ci siamo aggregati ad un’ uscita durante la quale i volontari di Mumyo andavano per villaggi a fare test HIV alle persone che si presentavano volontariamente e fare sensibilizzazione attraverso canzoni e recite.
La giornata si è così svolta: partenza alle 13 di sabato dall’ospedale con le macchine, la scelta dell’orario a metà giornata è perché in genere il sabato è la giornata in cui la gente va a coltivare i campi ( i contadini ci vanno tutti i giorni ma chi ha un lavoro diverso puo’ andare a coltivare solo il sabato, e tutti hanno almeno un campicello) dunque solitamente la mattina, prima delle 14, non si trova nessuno in giro o disposto ad ascoltare.
Siamo partiti con le macchine e abbiamo recuperato vari membri dell’organizzazione lungo la strada tanto da stiparci in macchina in una decina, compreso il tamburo gigante con il quale avrebbero suonato di lì a poco.
Dopo un’ora abbondante di sterrato (durante la quale, come al solito, il Greg si è pacificamente addormentato) abbiamo raggiunto il villaggio che era la nostra meta. Abbiamo parcheggiato e scaricato la poche cose di allestimento di cui il gruppo aveva bisogno. Ci trovavamo di fronte al centro sanitario di villaggio, di secondo livello, dunque con possibilità di degenza. Io e Matte ci siamo stupiti della pulizia e ordine che trasparivano a colpo d’occhio, io mi sono anche recata alla toilette che consisteva in una latrina ma tutto sommato non puzzava neanche troppo e soprattutto c’era un bastoncino appeso al muro al quale era attaccata la carta igienica e fuori si trovava una piccola tanica piena d’acqua per lavarsi le mani! Comunque, ci siamo stupiti di questa pulizia e attrezzature anche perché guardandoci intorno eravamo immersi nella natura, più precisamente ci trovavamo molto vicini alla Mabira Forest, una foresta primaria che si trova poco lontano. Alzando lo sguardo sembrava di essere in mezzo al nulla e abbassandolo si poteva scorgere il generatore che dava la possibilità di avere lampadine in tutto il centro e probabilmente anche un frigorifero.
Dopo esserci sistemati i volontari di Mumyo (persone di diverse età, estrazione sociale, sia maschi che femmine) vestiti con gonna o pantaloni neri e la maglietta dell’associazione hanno appeso una stoffa colorata su due alberi ( ed ecco fatta la scenografia!) e si sono posizionati: loro e il tamburo. Hanno iniziato a cantare l’inno del Buganda (uno dei quattro regni di cui è composta l’Uganda e che corrisponde alla zona dove ci troviamo noi) durante il quale tutti gli spettatori si sono alzati e con tanto di mano sul cuore hanno cantato tutti insieme.
Finalmente sono iniziate le canzoni di prevenzione sull’AIDS, sull’igiene etc accompagnate dal tamburo e con qualche scenetta durante le quali il pubblico rideva divertitissimo.
In Uganda, ma anche in Tanzania, il canto o i poems vengono usati moltissimo come comunicazione sociale e sanitaria, la gente, anche gli analfabeti, in questo modo possono ricevere il messaggio in maniera accattivante e divertente e forse anche ricordare facilmente qualche strofa. E’ frequentissimo nelle scuole durante qualsiasi tipo di manifestazione vedere e ascoltare le scolaresche danzare a ritmo di canzoni che spiegano come prevenire la malaria, parlano di astinenza sessuale contro l’aids, insegnano le norme igieniche basilari…
Il canto e i tamburi qua sono davvero una parte fondamentale della vita della gente, a tutti i livelli sociali e a tutte le età.
Dunque anche nel nostro caso il modo migliore per far passare un messaggio importante come quello della prevenzione all’aids è cantare e i ragazzi di Mumyo si vedono tre volte a settimana per prepararsi e il sabato prestano le loro voci a servizio di questa grande causa.
Finito lo spettacolo di un’ora circa e accolti i dovuti applausi, ci siamo spostati in un altro villaggio, piu’ popoloso e vicino alla strada principale, lì ci siamo posizionati di fronte ad una scuola. All’interno di un’aula alcuni volontari di Mumyo e qualche infermiera e tecnici di laboratorio dell’ospedale di Naggalama eseguivano i test dell’HIV a chi si presentava volontariamente, facevano compilare una scheda e nel giro di qualche ora i risultati erano pronti e un paio di volontari formati e ben preparati facevano consulenza a chi chiedesse informazioni e soprattutto a chi veniva dato un risultato positivo (a fine giornata 8 sono risultati positivi su una sessantina che hanno fatto il test). Il “counselling” è una parte fondamentale di accompagnamento della persona infetta, attraverso il consulente ben preparato alla persona viene spiegato a cosa andrà incontro, quali sono i successivi passaggi e controlli che dovrà affrontare, viene seguito psicologicamente e gli si spiegano le possibilità di utilizzo di farmaci antiretrovirali e le relative conseguenze etc.
Mentre all’interno della scuola si svolgevano questi delicatissimi dialoghi, all’esterno gli altri volontari si esibivano di nuovo in canzoni e in un drama di circa un paio d’ore (una sorta di spettacolo teatrale) con tanto di costumi (molto semplici, si intende) che inscenava una situazione di vita quotidiana e il cuore era ovviamente sensibilizzare sulla trasmissibilità dell’aids…il tutto era in luganda, noi abbiamo capito poco ma sentito molte molte risate e qualcuna ce la siamo fatta anche noi a vedere le espressioni e i gesti degli attori. Dunque un argomento delicato che però riesce a mantenere attente numerose persone e farle divertire lasciando un messaggio che si spera ciascuno porti a casa e trasmetta in famiglia e tra gli amici…ma chi può dirlo…
INFO IN-FORMALI
Nel 2005 un’indagine del Ministero della Sanità ha stimato circa 915,400 tra adulti e bambini affetti da HIV/AIDS in Uganda.
La maggioranza delle infezioni era registrata a Kampala e nelle regioni centrale e del Nord, la maggioranza in aree urbane. Nel 2002 il 6,2% della popolazione totale ugandese era affetta da HIV/AIDS con un conseguente numero esorbitante di orfani.
(dati www.aidsuganda.org)
Bisogna anche ammettere che sono stati fatti molti passi avanti e che le campagne di prevenzione e sensibilizzazione stanno avendo i loro frutti nonostante ci siano in atto forti dibattiti in particolare relativamente alla campagna sull’astinenza sessuale. L’Uganda comunque è sempre citato come Paese in forte miglioramento dal punto di vista della lotta all’aids.
Non è sufficiente una paginetta per affrontare un tale argomento del quale ci stiamo informando anche noi poco alla volta…intanto vi raccontiamo le nostre esperienze dirette..a voi approfondire....;)
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